CONDIZIONATORI Quando l'estate si avvicina, l'argomento condizionatori diventa di attualità. Ma, dovendosi avvicinare per la prima volta a questi impianti si scopre anche che è un argomento veramente molto complesso. Si sente parlare di termini come "BTU", "inverter", "splitter", ecc. Proviamo a fare un po' di chiarezza, naturalmente senza la pretesa di esaurire l'argomento, parlando di impianti adatti all'istallazione domestica e di costo contenuto. Questi possono essere di tipo fisso o mobile: in entrambi i casi sono composti da un'unità interna, lo splitter e un'unita esterna, il compressore ma, nel primo caso l'impianto è fisso mentre nel secondo caso può essere spostato a seconda delle necessità. La scelta tra uno e l'altro dipende naturalmente dal tipo di uso, perché le prestazioni sono comparabili purché si tratti di piccoli ambienti. I modelli mobili possono anche avere il compressore integrato in un unico modulo, con vantaggio per la trasportabiltà ma spesso a discapito di resa e silenziosità. Un'altra caratteristica è la funzione inverter: è un sistema più evoluto di funzionamento del compressore. In pratica il motore normalmente entra in funzione con un termostato e quindi "attacca" e "stacca" a seconda della temperatura. In modalità inverter invece il motore modula la potenza a seconda delle variazioni di temperatura in modo continuo. Il vantaggio è duplice: la temperatura è più costante (variazione media di 0,5 gradi contro i 2 gradi del sistema convenzionale) e minore consumo, circa il 30% in meno in almeno 8 ore di funzionamento. Per contro il sistema è più costoso (anche il doppio) e la convenienza c'è solo se l'impianto funziona per molte ore consecutive. Quindi prevedendo un funzionamento discontinuo o di poche ore al giorno conviene installare un sistema non inverter. Tra l'altro alcuni di questi prevedono una doppia velocità del compressore, cosa che permette di migliorare le prestazioni. Ultimo argomento è il dimensionamento dell'impianto. Premesso che per un calcolo accurato è necessaria la valutazione di un tecnico, è però possibile fare una stima di massima riguardo la potenza necessaria per una certa tipologia di ambiente. Di seguito vi mettiamo a disposizione un semplice MODULO DI CALCOLO. Questo tiene conto del volume dell'ambiente e di un coefficiente che si può far variare a seconda delle caratteristiche termiche dell'ambiente. Ad esempio, per il calcolo del freddo va aumentato di due o 3 unità se l'ambiente ha delle pareti esposte al sole, o ampie vetrate non isolate o se c'è sopra un terrazzo, ancora di più se queste caratteristiche sussistono contemporaneamente. I risultati sono espressi in kcal/h, in btu/h e in watt. Cosa significano queste sigle? BTU/h -> British Termal Unit, è una unità di misura della potenza termica di origine anglosassone; W -> Watt (frigoriferi o caloriferi), unità di misura della potenza nel sistema internazionale; frig/h (e kcal/h) -> frigorie (e chilocalorie), unità di misura del calore appartenente al Sistema Pratico, una frigoria equivale ad una chilocaloria e indica il calore sottratto ad un corpo; come convenzione si attribuisce alla frigoria un segno negativo: 1 frigoria = - 1 kcal; La corrispondenza è la seguente: 1Watt = 3,413BTU = 0,860kcal/h. Normalmente per gli impianti domestici sono sufficienti potenze che oscillano tra gli 8000 e i 12000 btu (ad ambiente) che infatti corrispondono agli apparecchi più diffusi sul mercato. I prezzi variano molto a seconda delle caratteristiche e non bisogna trascurare il prezzo di installazione: si parte da 150€ circa che aumentano con la complessità del lavoro.
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